TRADIZIONI E FESTE RELIGIOSE
LE PIETRE
Con il nome di Pietre si indicano i blocchi in calce posti lungo il percorso del pellegrino tra Vieste e il Santuario. Sono complessivamente otto e indicano la sosta nel cammino. Attualmente sono state affiancate da cippi con pannelli di bronzo che raffigurano la Via Matris.
La prima è posizionata al centro della Villa Comunale di Vieste e indica l’inizio e la fine del cammino. In quella Pietra la Madonna cambia portantina e inizia il suo pellegrinaggio verso Marino e, la sera, la solenne processione cittadina. Il simulacro all’andata guarda il mare, al ritorno i campi nell’atto di benedire e proteggere la vita della comunità.
Le restanti Pietre nell’andata sono: alla Defensola, a Palude Mezzane, all’Imbarcadero, al Montincello e al Santuario per la sosta di arrivo; al ritorno: al Quadrivio, a Palude Mezzane, alla Defensola, a S. Lorenzo, a Vieste dove si ricompone la processione.
La Pietra di Palude Mezzane ha forma di cappella, perché, secondo la leggenda popolare, nella grotta prospiciente, è stata rinvenuta la statua lignea della Vergine, lei stessa pellegrina verso il Santuario.
IL PELLEGRINAGGIO
La pratica del pellegrinaggio si è formata lungo i secoli ed è assai sentita dalla popolazione. Essa inizia il primo sabato di marzo e continua, secondo calendario, per 7/8 sabati. Tale pratica è antichissima, probabilmente iniziata dagli stessi marinati, che, dopo l’abbandono del loro sito, per conservare la memoria, hanno cominciato a recarsi ogni anno, pellegrini al loro luogo, innalzando una piccola cappella.
MEMORIA STORICA
La Cappella, parte centrale del Santuario, allungatasi nel tempo, conserva la fede dei Viestani. Nasce tra i ruderi della Villa Romana. I marinati hanno vissuto la loro storia nell’impegno quotidiano del lavoro, lasciando testimonianze archeologiche che raccontano ancora oggi la loro storia. Furono costretti intorno all’anno mille a cercare un luogo più sicuro per vivere. Vieste fu la scelta. Si integrarono con la nuova popolazione, vivendo i loro valori religiosi, che ebbero nella Vergine Maria il polmone vivo. Conservarono la devozione verso la Madre di Dio, che divenne fonte viva di tradizione e di vita. Vieste ha ereditato.
LA TRADIZIONE
Intorno alla Vergine Maria si è costruita una tradizione popolare, che oggi Vieste custodisce e vive gelosamente. Nella festa patronale, che cade il 9 maggio, si rivive questa tradizione con spirito comunitario. La Madonna è portata in pellegrinaggio a Marino attraverso un rigido rituale fatto di canti, preghiere e gesti codificati, che diventano segno del proprio legame con l’antico popolo e coi valori della fede cristiana.
VIESTE
L’accoglienza riservata ai Marinensi dai Viestani fu cordiale e totale. I due popoli si unirono felicemente. In particolare essi insegnarono ai Viestani la loro forte devozione alla Vergine Maria, che assorbirono senza alcuna riserva. Con loro impararono il cammino del pellegrinaggio di fede e di speranza verso Marino, che ancora oggi continua nella sua freschezza e genuinità.
SIAMO PELLEGRINI
É IL CANTO TRADIZIONALE SIMBOLO DEI DEVOTI IN CAMMINO VERSO IL SANTUARIO IL 9 MAGGIO DI OGNI ANNO
Santa Maria di Merino, sciogliete il vostro manto,
asciugate il nostro pianto, fatelo per pietà.
Rit. Siamo pellegrini e siamo figli tuoi.
Santa Maria di Merino, prega per noi.
Santa Maria di Merino, sei tutta piena di amore,
prostrati ai vostri piedi, siamo peccatori. Rit.
Santa Maria di Merino, sei tutta piena di bontà,
prostrati ai vostri piedi, domandiamo pietà. Rit.
Santa Maria di Merino, sei la nostra avvocata,
per strada e per via chiamerem sempre Maria. Rit.
E zoppi, ciechi e muti, se grazia voi volete,
a Maria ricorrete con fede e carità. Rit.
Quando da te verremo, lieti e festeggianti,
con Dio e tutti i Santi per l’eternità. Rit.
Felice chi in Te spera, beati chi t’onora
in questa vita ancora contento ognor sarà. Rit.
E mentre noi verremo, piangendo ai vostri piedi,
rivolgi, Maria, a noi uno sguardo di pietà. Rit.
Santa Maria di Merino, guardate per la via
La nostra compagnia che vien piangendo a Te. Rit.
Nell’ora della morte liberaci dall’inferno,
al regno sempre eterno guidaci per pietà. Rit.